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Ultimo aggiornamento: 17-11-22             Benvenuti nel mio sito Web!   scrivi email         

PROVERBI PIETRAVAIRANESI

Si febbraio nù febbrarèia , marzu male ci penza.

Se a febbraionon piove, marzo sarà cattivo.

A marzu  putâ e zappa, e preja Diu cà nun tê scappa.

Nel mese di marzo bisogna potare e zappare ,e sperare che il tempo sia sempre clemente.

Marzu marzacciu gl’asunu miu ha spuntatu j’ù curnicciu.

A marzo anche il mio asino è diventato più maldestro.

Quannu marzu vò , fa utrà i porci.

A volte il mese di marzo è molto piovoso.

Innaru siccu massaru riccu.

Gennaio secco , agricoltore ricco.

Innaru scassa pagliaru.

Il vento nel mase di gennaio rompe i pagliai

Chiove e maletiempu fa a casa e gl’ati cè male a stà.

Quando piove ed è maltempo è meglio stare a casa propria.

E’ maletiempu quannu ci stà a neggia a Catreula.

Quando sul monte Caievola che sovrasta Pietravairano c’è la nebbia, ci si appresta ad un sicuro temporale.  

Se unisce u’ scafare e u’ maletiempu.

Ci sono due fattori negativi per la traversata del fiume il traghettatore e l’imminente maltempo.  

A fattu i quattu e maggio.

Chi è riuscito in una storica impresa, e  se ne gode.

Ricette a veccia è maggiu e ancora friddu aggiu.

La “vecchia” nel mese di maggio alle prime giornate di sole aveva ancora freddo.

L'ove ca' nùn s’è rompono a Pasca nùn s’è rompono cchiù.

Le uova vanno rotte a Pasqua, altrimenti non si rompono più.

Natale c’ù sole , pasqua c’ù tizzone.

Natale con il sole, Pasqua con cattivo tempo.

A' pigna cà nùn se magna  a Pascùa nùn se magna cc’hiù.

La “Pigna” è un antico dolce Pasquale, che veniva consumato solo in quella occasione.

A chiovere e murì nùn ce vò niente.

La pioggia come  la morte è imprevedibile può improvvisamente sopravvenire.

Sé chiove ai quattu brillanti chiove pè tuttu ju mese.

Se piove il quattro di aprile piove per tutto il mese.

A’ aglina veccia fa sempe ù bbroru    bbuonu.

La donna anziana dispensa consigli e saggezza , frutto dell’esperienza accumulata, così come la gallina vecchia fa un buono brodo.

A ‘aglina fa gl’uovu e u agliu ì n’genne ju culu.

E’ l’eterna disputa su chi lavora di più tra l’uomo e la donna; sembra essere in questo caso la donna ad essere considerata la più sacrificata nel lavoro.

A bellezza finu a porta e a buntà finu a morta.

E’ meglio avere più bontà d’animo che bellezza esteriore.

                                   A bucia è a pace rà casa.                        

 A volte dire delle piccole bugie serve soprattutto in famiglia a rasserenare e a raggiungere la cosiddetta “ pace familiare”.

A cammisa che nun vò stà cù te , pigliala  e stracciala.

Chi prova disagio a stare con noi è meglio mandarlo via, non serve.

A Cannalora, si jocca o chiove, vierne è fore, si è bontiemp viernu  è rentu.

Il giorno della Candelora ovvero della Purificazione della Vergine, se nevica o piove l’inverno si può dire  finito, se invece il tempo è buono, l’inverno potrebbe riservare ancora molte sorprese.

                 A crianza è  àcchì 'a fa , no ' àcchì 'a riceve.                    

 La buona azione “ creanza” vale soprattutto per chi la fa, non  chi la riceve.

     A cunfìrenza è padrona da mala crìanza.                         

Dare troppa confidenza , a volte può essere interpetrata male da chi la riceve, e spesso può sfociare in dissidi insanabili.

A cannéla se cunsuma e 'a    prucessione nùn cammina.

E’ un inno contro gli sprechi inutili ed il superfluo, perché indica che la candela accesa durante la processione si sta inesorabilmente consumando, e la processione si è fermata, quindi c’è un grande spreco di cera.

'A cuntentezza vene r’u core.

La felicità viene dal cuore, è un sentimento che nasce spontaneo.

A canzona e gl’acquari.        

Dire e ridire o fare sempre la stessa cosa o perpetuare sempre  negli stessi errori, è come un ritornello di una canzone, che ripete sempre lo stesso ritornello.

Acquaiuò l’acqua è fresca?

Quando si chiede una conferma di un fatto o di una cosa ad una persona complice  compiacente o cointeressata alla stessa cosa, e spesso la si usa come testimonianza di comodo, per affermare le cose concordate in precedenza.

A capu che nun pensa s’e ciama cucozza.

La testa è fatta per pensare; chi non la usa è come se avesse al suo posto una zucca vuota.

A carne ‘e vaccina sbruvogna chi ‘a cucina.

La carne bovina a volte non ha una buona resa in cucina, e la cuoca spesso va incontro ad una magra figura.

A carta e musica n’mmani a i cicati.

Lo spartito musicale è difficile da leggere, figurarsi per coloro che non sanno neanche una nota.

A Cicciuvettula triste a chi guarda nò addò canta.

La civetta del malaugurio triste dove rivolge lo sguardo.

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